DEDICATO A SARA

 

La confessione pubblica di Sara una donna ebrea vissuta nel settecento,rea di aver amato così tanto da consumare il plagio fino alla scelta di provare a convertirsi al “di lui” Dio. La sua confessione a un polo invisibile. Un colloquio in cui Sara si fa verbo di sé -svolgendo una catena di parole- dove il riferimento a Dio è confuso costantemente con quello all’Uomo, nella sovrapposizione dei due termini come risultato di un’unica adorazione e poi di un unico abbandono. L’abbandono alla morte, visto qui come un darsi interamente senza altra volontà che quella del non volere. Pensieri e ricordi affiorano liberamente nel monologo in versi, seguendo il flusso alogico della memoria. Una scena al limite tra realtà e sogno dove a ferire è la musicalità di una voce giocata su toni intimi e a volte compressi ma ricchi di tutte le vibrazioni del sentire, sempre contenuti, ma più laceranti dell’urlo. Per finire in una calma inquietante, un gelido bruciare, un morire di pubblico, danzando tra versi e movimento, fingendosi attore senza più personaggio.

Un concerto multimediale, per voce musica danza e immagini con Marina Polla de Luca su versi di Giuseppe Manfridi. Ballerina Laura Ruocco - Coreografie Manolo Casalino - Video Andrea Baracca - Musiche di Louis Siciliano.






 

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